Desertificazione commerciale.
- Piero Castagner
- 16 apr
- Tempo di lettura: 2 min
Negli ultimi anni,
molte delle nostre cittadine di provincia, tra cui Vittorio Veneto e Conegliano, stanno lentamente perdendo qualcosa che andava ben oltre il commercio: l’anima delle vie!
Chiudono negozi, si abbassano saracinesche, si svuotano angoli un tempo vivi... E così, zone che fino a poco fa rappresentavano un punto di riferimento per la comunità, oggi rischiano di diventare solo spazi silenziosi.
È la cosiddetta desertificazione commerciale:
un triste fenomeno che non si misura solo in termini economici, ma anche in termini di relazioni, sicurezza e qualità della vita.
📉 140.000 attività commerciali scomparse in 10 anni.
Una media di 13 chiusure al giorno.
Resistono le tabaccherie (prima ci ammaliamo) e le farmacie (per poi curarci!), oltre a qualche bar gestito virtuosamente, alcuni/e artisti/e dell'estetica e del capello (che ahimè non frequento da molti anni) ed attività di provenienza diversamente autoctona!

Oggi chi resiste e crea valore, non lo fa certo per competere con la grande distribuzione o l’e-commerce sul piano dei numeri, ma su quello dell’identità e dell’esperienza.
Sono le botteghe, i negozi specializzati, i capi su misura, il vintage, il cibo a km zero, il vino scelto con cura… Tutte le attività dove il prodotto ha una storia e chi propone i propri articoli lo fa con passione e competenza!
Ecco perché, come Consulente Immobiliare,
ritengo essenziale leggere questi segnali nel loro insieme... Perché dove un’attività commerciale chiude, spesso viene meno anche l’attrattività dell’intero quartiere.
Quindi, non è un caso se le statistiche indicano che il 74% degli italiani associa le saracinesche abbassate ad un peggioramento della qualità della vita e che il 22% prenderebbe in considerazione l’idea di trasferirsi!
💡 Per contro, strade vive e presidiate, ricche di servizi, accoglienti, fanno sentire più sicuri, stimolano le relazioni e… possono aumentare notevolmente il valore delle abitazioni.
📌 Cosa significa oggi “una buona posizione”?
Significa investire dove ci sono progetti, vitalità, comunità, non solo parcheggi o grandi superfici.
📌 Cosa possiamo fare, concretamente?
• Valutare la riconversione intelligente degli spazi, approfittando anche delle nuove normative semplificate.
• Investire su immobili con potenziale umano, prima ancora che economico.
• Costruire un portafoglio bilanciato tra rendita e impatto, tra solidità e visione.
Il valore immobiliare, oggi, non si misura solo con la calcolatrice.
Va letto nel contesto, nella dinamica sociale, nella storia del luogo.
E forse, anche nel profumo del pane fresco o nella luce accesa di una vetrina alle 19:30.
Comentarios